Oggi “fare il pieno” è una pratica usuale che siamo abituati a compiere per poterci muovere su brevi e lunghe distanze. Le stazioni di servizio sono luoghi di necessità che tuttavia, ovviamente, non sono sempre esistiti. Per scoprire la loro origine, dobbiamo fare un passo indietro, fino agli inizi del ‘900. Ma prima, per comprendere la storia, dobbiamo fare un rapido excursus all’evoluzione dell’automobile.
Dopo l’invenzione della prima autovettura con motore a scoppio nel 1886 su intuizione dell’ingegnere tedesco Carl Benz, venne brevettato da Rudolf Diesel un nuovo motore che ancora oggi porta il suo nome. Responsabile della diffusione dell’automobile come bene democratico e più accessibile fu però Henry Ford con il suo Modello T, un veicolo economico grazie al processo produttivo basato su una catena di montaggio. Nei primi anni del ‘900 le automobili erano ancora poco diffuse, bisognerà attendere gli anni ‘20 per una motorizzazione di massa.
A cavallo tra il XIX e il XX secolo ancora non c’erano i presupposti per luoghi dedicati esclusivamente al rifornimento. A distribuire la benzina erano le farmacie o le drogherie, che vendevano il prodotto in apposite latte. Le stesse in cui prima era contenuto il petrolio per le lampade delle case. Piccola curiosità: la benzina non era soltanto funzionale all’illuminazione domestica, ma si narra che venisse utilizzata anche per combattere i pidocchi.
In seguito, dalle latte si passa a dei carrelli mobili, che permettevano di introdurre il carburante direttamente nei veicoli mediante un’apposita leva.
Fu poi intorno al 1920, con l’aumento della vendita delle auto, che inizia a definirsi un nuovo modello di rifornimento: arrivano le prime strutture con serbatoi interrati e nascono così i primi distributori. La prima vera stazione viene localizzata a Pittsurgh in Pennsylvania negli Stati Uniti nel 1913.
Per fare benzina, erano installate delle pompe ad azionamento manuale, alte circa due metri, che permettevano il raccoglimento da sotto terra, e la benzina, una volta giunta in superficie, veniva poi raccolta in un boccione di circa 5 litri e fatta defluire all’interno dei serbatoi.
Per le pompe elettriche, facilmente maneggiabili e più pratiche, passerà qualche anno. Nel 1935 è datata infatti la prima pompa elettrica.
Non si poteva ancora essere autonomi nel rifornimento. Bisognerà aspettare gli anni ’90 per il self-service. E così, dopo una serie di evoluzioni, si è giunti alla stazione di servizio per come la conosciamo oggi. Una storia densa di miglioramenti ed evoluzioni che ci ha permesso di muoverci sempre più lontano.
Ora non ci resta che chiederci…quali saranno i prossimi?
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